28 maggio 2011
Moratti e le esagerazioni del mercato
Il calciomercato, si sa, negli ultimi anni si è arricchito di protagonisti importanti a livello monetario come gli sceicchi di turno o i Florentino Perez d'annata, personaggi che senza particolari problemi firmano a cifre astronomiche il libretto degli assegni per regalare al loro allenatore la pedina perfetta o gettare in pasto ai tifosi smaniosi di vincere un acquisto da riempire lo stadio. In principio fu Berlusconi che dal suo approdo al Milan ha rivoluzionato, forse sancendo la morte fiscale del calcio, il modo di fare mercato. Il numero uno rossonero pur di arrivare al giocatore desiderato cominciò a sborsare miliardi e a far girare l'economia del calciomercato in Italia e nel mondo. Parliamo di fine anni '80-inizio anni '90 ed è allora che inizia la strada che ci ha portato alla lunga trafila di acquisti miliardari che hanno portato agli eccessi di Florentino Perez per costruire un Real Madrid di Galacticos, all'avvento in Premier League del russo Abramovich e dello sceicco Mansour. Proprietari bisognosi di vedere la propria squadra vincere, a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, senza remori nello spendere anche cifre che manterrebbero famiglie intere per una vita e forse anche di più. Tra questi anche il patron made in Italy Massimo Moratti, così innamorato della sua squadra da spendere 100 miliardi di lire per portare a casa poco o niente in campo nazionale ed europeo, complice una serie di acquisti discutibili che formano una galleria degli orrori che a Milano sponda interista ricordano ancora con ribrezzo. L'imminente arrivo del fair play finanziario potrebbe porre fine alle scorribande di questi malati di shopping in chiave calcistica e sembra che lo stesso presidente nerazzuro nelle ultime sessioni di mercato stia cercando di calmare un po' le fuoriuscite dalle casse nerazzurre, da qui le parole bonarie e politically correct sull'interessamento per Sanchez di qualche giorno fa, testuale "Ne stiamo parlando ma ha una valutazione troppo alta, un'esagerazione che deriva dal mercato attuale" e poi ancora dichiarazioni sullo stesso tono riferendosi al talentino del Lille Hazard, anch'egli nel mirino interista. Come non essere d'accordo con Moratti? D'altronde negli ultimi tempi il mercato si è trasformato e non a caso abbiamo visto cifre gonfiate riferite a giocatori modesti, esempio lampante i 25 milioni pagati dalla Juve per Felipe Melo in un mercato che vedeva partire (con destinazione Real) Cristiano Ronaldo per più di 90 milioni e Kakà per quasi 70 milioni. Oppure, per guardare in casa nostra, le sparate di Zamparini su Pastore che dando peso alle sue parole dovrebbe valere, a seconda del momento, dai 40 ai 60, ora 100 ora 70, milioni di euro. Insomma un mercato per cui un giocatore se ingrana una decina di partite di seguito è già un campione che vale sul mercato quanto un Ronaldo o un Kakà e Benzema messi insieme. Insomma stando a vedere la situazione non ci sarebbe che da applaudire le parole di Moratti, se non fosse per un piccolo particolare, cioè che come dicevamo prima è stato anche lui a dare continuità a questa situazione spendendo milioni e milioni sul mercato nel tentativo di rinforzare la sua squadra, magari questo non è successo nelle ultime due stagioni ma se guardiamo a non molto tempo fa possiamo benissimo notare questa particolare caratteristica del presidente interista. Peccato che a quanto pare questo Moratti se lo sia già dimenticato.
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