29 maggio 2011

Barça, la vittoria del gruppo

Nulla da fare per il Manchester United, nella nuova sfida contro il Barcellona dopo la finale 2009 di Roma sono ancora i catalani ad avere la meglio imponendosi per 3 a 1 sui Red Devils. La squadra di Guardiola conquista così la quarta Champions League della storia, la terza in cinque anni e la seconda in tre anni sotto la guida di Pep Guardiola, che partecipò da giocatore anche alla vittoria della prima coppa firmata Barça contro la Sampdoria di Vialli e Mancini. Nello splendido scenario del nuovo Wembley è il Manchester United però a partire meglio, dando l'impressione per il primo quarto d'ora di gara di riuscire ad imbrigliare il gioco degli spagnoli, tanto che Rooney riesce a sprecare qualche occasione. Ma una volta calato il ritmo di gioco e il pressing della squadra di Ferguson, il Barcellona riesce a gestire il pallone con la qualità che ne contraddistingue il gioco e dopo qualche fraseggio che fa tremare la retroguardia degli inglesi riesce a trovare il vantaggio con Pedro, servito magnificamente da un sontuoso Xavi, lo spagnolo beffa Van Der Sar prendendolo controtempo sul primo palo. Ma il vantaggio dura solo sette minuti perchè su una palla persa da rimessa laterale il Manchester imbastisce una rapida azione di prima che porta ad uno scambio Rooney-Giggs, con l'inglese che finalizza l'azione battendo Valdès. Il Barça mantiene la calma e prova a tornare in vantaggio senza però riuscirci, ecco quindi che il primo tempo porta le squadre negli spogliatoi sul punteggio di 1-1. Un pareggio tutto sommato giusto che premia l'impegno iniziale della squadra di Ferguson e la solita efficacia del gioco blaugrana. Il secondo tempo è però un monologo del Barcellona, il Manchester infatti non conclude quasi mai in porta e non riesce ad impensierire la retroguardia avversaria come nel primo tempo, ed ecco che prima Messi e poi Villa infilano Van Der Sar con due gran bei tiri da fuori area, fissando così il punteggio sul 3 a 1. Nel finale passarella anche per Puyol, tenuto fuori per Abidal anche a causa delle sue non impeccabili condizioni fisiche. Da segnalare a proposito prima il passaggio della fascia di capitano da Xavi a Puyol e poi, al momento di alzare la coppa, da Puyol allo stesso Abidal, reduce dall'operazione per un tumore al fegato. E' la vittoria ovviamente di Leo Messi, capocannoniere di Champions per la terza volta consecutiva, autore di un gol in finale per la seconda volta e nominato Man of The Match anche se in realtà stasera la partita del Barça è stata molto corale e poco individuale e forse andava premiato il regista della squadra Xavi, sempre un monumento alla precisione nei suoi passaggi per i compagni. Importantissimo l'apporto, quasi oscuro, di un calciatore uscito sotto la gestione-Guardiola, quel Pedro per cui lo stesso allenatore catalano ha rinunciato senza problemi a Eto'o prima e a Ibra poi. Il giovane spagnolo parte sempre sottotraccia e quasi in secondo piano rispetto alle stelle Messi e Villa ma poi ci mette sempre lo zampino, testimone ne è la partita di stasera, sbloccato proprio da un suo bel gol o anche il recente Mondiale dove era partito riserva e si è ritrovato titolare al posto di uno spento Torres. Le scelte di Guardiola incarnano lo spirito del Barça improntato sul settore giovanile, il grande merito dell'allenatore è infatti, oltre alle tante vittorie, quello di essere arrivato a questi risultati puntando molto sui giovani cresciuti in casa, anche a dispetto di campioni tanto acclamati. La miglior dimostrazione di cosa significhi puntare in maniera decisa sui giovani e far emergere il talento di casa propria. Ne abbiamo parlato in precedenza ma merita un capitolo a parte Xavi, metronomo della squadra e vero fulcro del gioco spettacolare del Barcellona, non è una bestemmia dire che il vero campione di questa squadra è lui, perchè sempre preciso, attento e ordinato in campo, anche stasera ha messo sempre lo zampino nelle migliori azioni della squadra, non sarebbe un Barça così spettacolare senza la sua abilità in mezzo al campo. Tanti insomma i protagonisti tra i vincitori, indizi che ci portano ad individuare una vittoria del gruppo, indubbiamente trascinato da campioni come Xavi, Messi e Villa ma che nelle partite che contano fanno valere la forza della squadra intera. Una menzione d'onore deve andare anche al Manchester United, arrivato a Wembley con un cammino esaltante, spesso esprimendo bel gioco e mettendo in luce talenti emergenti come Hernandez e certezze come Giggs e Rooney. Il rammarico più grande degli inglesi è forse quello di non aver offerto una passerella finale completamente felice a giocatori al passo d'addio come Van Der Sar e ad altri probabilmente vicini al ritiro come Giggs e Scholes, restano però le fantastiche gesta di questa squadra gloriosa guidata da un quarto di secolo da un grande allenatore come Alex Ferguson, che di sicuro non ha finito di continuare ad incantare i propri tifosi. In chiusura permettetemi uno sguardo già al futuro, pregustando la sfida di Supercoppa tra questo Barcellona e il Porto di Villas Boas, una sfida tra due delle squadre con il miglior gioco del mondo in questo momento.

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