Una nuova stagione del campionato italiano è giunta quindi al termine, in attesa della finale di Coppa Italia tra l'Inter e il Palermo, il calcio italiano si avvia verso la chiusura della stagione 2010-2011, magre figure in Champions League con la Samp fuori ai preliminari, il Milan e la Roma agli ottavi e l'Inter ai quarti dopo aver esultato per aver pescato avversari abbordabili, e meno male...
Rossoneri che si sono rifatti in campionato vincendo lo scudetto numero 18 dopo sette anni di digiuno in patria, nerazzuri in attesa della Coppa Italia che si consolano con il secondo posto e la Roma in attesa del nuovo patron a stelle e strisce che trova magra consolazione nell'accesso all'Europa League. In Champions anche il Napoli rivelazione di Mazzarri e del vice-capocannoniere Cavani (26 gol) e l'Udinese di Guidolin e, soprattutto, Di Natale di nuovo capocannoniere e sempre più trascinatore dei bianconeri dopo aver rifiutato il bianconero juventino in estata, una scelta quasi profetica quella del napoletano che guarda dall'alto all'ennesima stagione disastrosa della Juve che finisce di nuovo settima, questa volta fuori anche dall'Europa League a favore di Lazio, Roma e del Palermo finalista di Coppa Italia. Scendono in B un Bari irriconoscibile rispetto alla scorsa stagione, un deludente Brescia e la Sampdoria reduce dai preliminari di Champions e devastata dalle cessioni di Pazzini e Cassano nel mercato di riparazione e dagli addii di Storari, Marotta e Delneri nel mercato estivo.
Poche le novità in questo campionato, il mister vincente Allegri ha schierato il Milan con quello che era il suo modulo preferito già a Cagliari, un 4-3-1-2 con l'impiego sempre più frequente di un "picchiatore" come Boateng nel ruolo di trequartista, dopo aver abilmente "fatto fuori" Ronaldinho nel mercato di Gennaio e bocciato Cassano. In realtà il tecnico livornese si era inizialmente fatto incantare da un 4-3-3 che sfruttasse le abilità degli attaccanti rossoneri, ossia Ibra, Pato e Ronaldinho con Robinho di rimpiazzo. Un'idea che lo ha ammaliato per breve tempo, individuato in un Ronaldinho poche luci e tante ombre il problema ecco arrivare la soluzione con il succitato modulo e l'impiego regolare non solo di Boateng ma anche di Robinho, protagonista di una buona stagione con 14 gol segnati nonostante una non infallibile mira sottoporta. 14 gol anche per Pato e Ibra, il primo sempre più perseguitato dagli infortuni, caratteristica che potrebbe penalizzarlo nel corso della carriera, ma sempre molto pericoloso e importante per la squadra quando in forma, prova ne siano le partite di ritorno contro l'Inter e il Napoli, il secondo sempre più uomo scudetto, è arrivato già a quota 8 scudetti consecutivi (uno con Ajax, Barça e ora Milan, due con la Juve e tre con l'Inter) e vero trascinatore della squadra nella prima metà della stagione, involuto nell'anno nuovo e vittima di numerose squalifiche in campionato, segno evidente di un nervosismo che fa parte dei suoi limiti caratteriali. La forza del Milan è stata di trovare sempre un trascinatore del momento, fosse Ibra o Pato nei giorni-no dello svedese, o Robinho all'occorenza o i match point-men come Strasser e Gattuso decisivi nelle gare con Cagliari e Juve. Allegri ha dimostrato polso nel gestire una possibile situazione difficile, abile a lasciare il palcoscenico al presidente nel pre-campionato dove Ronaldinho era definito il più forte di tutti i tempi e deciso poi nell'accantonare lo stesso brasiliano per il bene della squadra, importante è stato anche l'apporto di Galliani che tornato a disporre di un budget presidenziale adeguato ha regalato al suo tecnico prima Ibra e poi il jolly Robinho oltre a prelevare dal Genoa Boateng e a piazzare per tempo un colpo come Yepes a parametro zero. Ancora più decisivo è stato probabilmente il mercato di metà stagione dove gli arrivi di Van Bommel e Cassano hanno aggiunto, specie il primo, le caratteristiche che servano alla squadra in un momento forse di difficoltà. Notevole la crescita di Thiago Silva che comincia a farsi valere anche senza l'aiuto di un compagno come Nesta, che se non fosse martoriato dagli infortuni sarebbe ancora tra i top 3 del ruolo. Al passo d'addio Pirlo e probabilmente anche Gattuso, protagonisti in ombra della stagione con poche partite giocate ma il solito peso nello spogliatoio e nella gestione del gruppo, due bandiere destinate ad essere ammainate. Così come probabilmente Seedorf autore di un ottimo sprint finale con diversi gol decisivi e assist importanti. Se proprio si vuol trovare una nota storta va citato proprio Cassano da cui si aspettava molto e invece è arrivato poco, quasi niente e non è impossibile immaginarlo con una maglia diversa dalla prossima stagione, magari serviva più un vice-Ibra.
L'Inter partita sotto la guida di Benitez ha poi svoltato con il cambio in favore di Leonardo che a differenza del collega spagnolo ha avuto voce in capitolo sul mercato, per lui Moratti ha preso Nagatomo, Pazzini e Kharja, Benitez aveva ricevuto il solo Coutinho oltre a dover far fronte alla cessione di Balotelli. Unica costante della stagione interista la devastante prova di forza di Eto'o nel ruolo di centravanti quando Milito non c'era e la sua di contro sterilità quando relegato di nuovo sulla fascia col ritorno dell'argentino e l'acquisto di Pazzini. Per il resto un'Inter scialba e sottotono, forse appagata dalla scorsa stagione, con un unico guizzo nei dintorni di Febbraio-Marzo con la vittoria sul Bayern in Champions e la rimonta che lo ha portato ad un passo dal Milan per poi vedersi affossare le speranze dopo il derby perso per 3 a 0. Unica speranza di vittoria la Coppa Italia contro il Palermo. Vere sorprese del campionato, abili ad approfittare dei periodi negativi di Roma e Juventus sono state il Napoli, l'Udinese e la Lazio. I partenopei, forti dell'acquisto bomba di Cavani che ha avuto un impatto devastante e della crescita di elementi come Lavezzi, Maggio e Hamsik sono riusciti ad approfittare al meglio della situazione e dopo aver inseguito a lungo il Milan in solitaria ha poi pagato un involuzione nel finale che lo ha comunque assicurato al terzo posto che significa uno storico ritorno in Champions League. Competizione che vedrà partire dai preliminari anche l'Udinese, partita malissimo poi cresciuta col passare delle giornate, ha potuto godere del solito Di Natale devastante in provincia e del gioiellino Sanchez proiettato nel gotha mondiale del calcio. Squadra davvero molto ben preparata da Guidolin, ha giocato a tratti un calcio spettacolare nella pochezza stagionale del campionato italiano. Sfortunata la Lazio che, complice anche qualche svista arbitrale, è crollata nel momento più delicato della stagione, dopo essere stata in zona Champions per quasi tutto il campionato ha dovuto poi abbandonare i sogni della grande Europa nelle ultime giornate dove non è riuscita a recuperare i punti regalati all'Udinese, buona la stagione della squadra di Reja che si giocherà comunque l'Europa League. Così come la Roma che ha pagato la solita situazione caotica della Capitale, specie in un periodo di transazione societaria, ha pagato tanto anche Ranieri esonerato a stagione in corso a favore dell'esordiente Montella che ha dato vita alla fiamma della speranza di una rimonta in chiave Champions, rimonta che sembrava prima impossibile poi possibile e poi è tornata impensabile dopo aver gettato al vento un paio di ottime occasioni. Buono però l'esordio dell'ex Aeroplanino, candidato dai giocatori ad una riconferma ma destinato a lasciare dopo l'avvento del nuovo proprietario americano DiBenedetto. Il disastro della stagione juventina ha portato ad una nuova stagione senza il palcoscenico europeo e così la prossima stagione che vedrà la nascita del nuovo stadio bianconero non godrà del piacere di ospitare squadre blasonate dall'Europa, e mentre sulla panchina e sul campo si profila una nuova rivoluzione a farla da padrone anche quest'anno è stato l'eterno Del Piero, per lunghi tratti ancora il migliore dei suoi, da notare anche il buon impatto a corrente alternata di Krasic. A proposito di grandi protagonisti da lodare Francesco Totti, grande trascinatore romanista e ora miglior marcatore di serie A in attività. Anonime le stagioni di Fiorentina e Palermo (comunque finalista di Coppa Italia) e solita grande prestazione del Chievo, migliore tra le "piccole". Ci si aspettava di più da un Genoa grandi firme sul mercato che però ha deluso, bene il Bologna di Malesani inizialmente che però una volta raggiunta, o quasi, la salvezza si è rilassato troppo rischiando anche nel finale. Salvezza insperata per il Lecce-capolavoro di De Canio. Magra figura per il presidente Garrone che in una stagione riesce nell'impresa di illudere i tifosi con la Champions per poi sprofondare in B. Incolpevole Di Carlo che si è visto consegnare in mano una squadra che affrontava l'Europa che conta e poi ha salutato prima Cassano e poi Pazzini, sostituiti indegnamente da Biabiany, Maccarone e Macheda, esonerato il tecnico ecco arrivare Cavasin ma la squadra non c'era più e la discesa è stata vertiginosa.
In definitiva il campionato che finisce non ha portato granchè di nuovo sul lato tattico, qualche nuovo nome da annotare sul taccuino, qualche tecnico emergente, qualche altro in fase calante e qualche sorpresa, prima su tutte, perchè no, lo scudetto al Milan, dopo l'egemonia interista una ventata di aria fresca non può che fare bene a questo campionato, dopodichè il Napoli che torna nell'Europa che conta e Juve e Roma nobili decadute, con i giallorossi comunque aggrappati in extremis al treno dell'Europa League, la Samp dalla Champions alla B tutto in una stagione. Da menzione i "grandi vecchi" Totti e Del Piero costantemente sulla cresta dell'onda, il bomber Di Natale che concede il bis in classifica marcatori, la vena realizzativa di Cavani, l'esplosione del talento di Sanchez nuova stella del mercato, l'altalenante Pastore dalle due facce, una volta convincente un'altra evanescente. Tutto sommato una stagione anonima, quasi mediocre, con un Milan sempre in testa più per mancanza di avversari degni che per strapotere proprio, un po' come l'Inter manciniana, lasciando presagire difficilmente l'inizio di un ciclo vincente anche al di fuori delle mura amiche, perchè nonostante siamo sempre convinti di avere il campionato più bello del Mondo, in Europa continuiamo a latitare e nulla fa presagire un'inversione di tendenza, tuttavia la speranza di un ritorno alla ribalta del calcio italiano c'è sempre e ogni stagione può essere quella buona per cominciare a sperare.
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