25 giugno 2011

Scelta tattica? No grazie

Gian Piero Gasperini è il nuovo allenatore dell'Inter, è il trionfo della classe di allenatori legati ad un solo e unico modulo, caratteristica che molto spesso ne fa un limite più che una forza, degli allenatori alla "o si gioca così o niente", la classe dei Delneri, Mazzarri, Zaccheroni e, appunto, Gasperini. Il cui modulo con la difesa a tre non sembra sembrare un problema in casa nerazzurra, se mai abbiano preso in considerazione il lato tattico nella scelta del nuovo allenatore. Perchè è questo il grandissimo limiti di questi allenatori, Delneri che è affondato alla Juve con il suo 4-4-2 scolpito nel cemento ne è l'esempio più recente, Mazzarri e Gasperini in Champions rispettivamente con Napoli e Inter e la difesa a tre ne saranno la conferma. In Europa non si va avanti con una difesa ed un modulo concepito a questo modo, lo dimostrano i fatti e lo dimostrano le squadre vincenti delle ultime stagioni, non una presenta la difesa a tre. Un modulo che presenta una difesa schierata in quel modo, sia esso nella variante di Mazzarri con un centrocampo a cinque, o in quella targata Gasperini con un tridente offensivo, è troppo rischioso e poco adatto al grande calcio. Proprio per questo motivo Mazzarri è ancora a Napoli anzichè essere volato verso altri lidi come avrebbe desiderato, un grosso limite caratterizzato da questa fissazione con un modulo ormai antico e in disuso, peraltro poco adattabile ad una squadra di alto livello. La scelta di Gasperini è l'ulteriore dimostrazione di quanto poco si pensi al lato calcistico delle cose in casa Inter, nulla da obiettare sulle qualità dell'ex tecnico del Genoa ma se lo vai ad ingaggiare sai già come ti farà giocare la squadra e devi capire se quel modo si adatti o meno alle esigenze della stessa. Cosa che nè Moratti nè Branca sembrano aver preso in considerazione, dopo aver ricevuto numerosi no da svariati tecnici italiani ed esteri, hanno deciso di virare su Gasperini, preferendolo anche ad un più consono Delio Rossi che avrebbe meritato al pari del tecnico piemontese il salto in una big. L'errore che pagano di continuo i vertici interisti, la scelta di uomini senza usare un criterio ma seguendo il richiamo del cuore, da qui anche la decisione di Moratti di puntare ancora forte sulla vecchia guardia ormai agli sgoccioli e improntato ad un evidentemente serio ridimensionamento in vista del fair play finanziario, fino a che non deciderà in ogni caso di spendere milioni su milioni se la squadra a metà stagione sarà in difficoltà. La notizia buona è che dopo l'epica era Mourinho e quella dimenticabile Benitez-Leonardo, l'Inter torna ad un tecnico italiano, con Gasperini che potrà dimostrare di valere una grande squadra dopo aver lavorato benissimo a livello giovanile nella Juventus e ancora meglio alla guida del Genoa, rivelazione vera e propria delle ultime stagioni, prima in B e poi in serie A. Starà a lui scegliere se puntare su un modulo non da alti livelli o fare il passo successivo e adattarsi al grande calcio scegliendo uno schieramento più consono agli uomini a disposizione, dimostrando una crescita calcistica e tattica non indifferente. Il livello del campionato italiano è peraltro talmente basso che già al momento l'Inter può benissimo puntare allo scudetto e all'obiettivo minimo del secondo posto, discorso diverso sarà in Europa dove l'Italia la prossima stagione rischia di soffrire ancora di più il gap accumulato verso i club inglese ed europei in generale, a partire proprio da quel modulo poco convincente e da una rosa che sembra poco adatta a metterlo in pratica.

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