13 marzo 2012

Non abbiamo bisogno di questo

Viviamo in tempi difficili, il calcio resta per molti un momento di svago e una passione da seguire senza troppi patemi d'animo oltre a quelli procurati dai risultati della propria squadra. Ma regolarmente a riempire gli schermi e le pagine dei giornali ci troviamo episodi riprovevoli con protagonisti gli idoli di mezzo mondo. Quello che mi sono chiesto e mi chiedo tuttora è se realmente abbiamo bisogno di tutto questo, soprattutto se ne hanno bisogno i diretti interessati. Per quanto è normale che i problemi li hanno tutti e che anche i ricchi possono piangere dato che la felicità non è data dai soldi è innegabile che i calciatori, che guadagnano in un anno quanto un operaio non guadagnerà in una vita, godano di uno status di privilegiati. E proprio per questo, e perchè sono seguiti da tutto il mondo fungendo da esempio per milioni di giovani dovrebbero imparare una cosa importantissima: l'educazione e il rispetto nei confronti degli altri. Non parlo di falli di gioco brutti o meno ma di quei gesti che vanno troppo oltre, l'ultimo caso è la lite di Ibrahimovic con una giornalista di Sky in un'intervista post-partita in cui lo svedese ha usato parole irrispettose verso una persona che stava facendo il suo lavoro, parole che persone ben educate ben si guarderebbero da usare in diretta tv. Per farvi un'idea ecco il video:
Detto di Ibrahimovic, tra l'altro non nuovo a uscite del genere, trovo ancora più terrificante la reazione del giornalista che lo sta intervistando che non trova nulla di meglio da fare che ridersela oppure di chi in studio se la ride e dice dello svedese che è uno molto diretto. Episodi come questi possono sembrare insignificanti ma fanno male all'immagine del calcio e soprattutto feriscono chi lo segue, perchè chi guarda una partita e gli piace seguire chi parla di calcio vorrebbe meno polemiche sterili di questo tipo e vorrebbe sentire parlare di più del calcio giocato. Bisogna avere rispetto dei principali fruitori di quello che dovrebbe essere uno sport ed un divertimento, ovvero i tifosi-spettatori, che non meritano di sentire volgarità e litigi come se fossero all'ordine del giorno nei salotti sportivi televisivi. Si è fatto un gran parlare del famoso codice etico di Cesare Prandelli in Nazionale e, in tempi come questi, ben vengano iniziative del genere o regolamenti come quello di Luis Enrique alla Roma che non fa differenze di stipendi o di importanza in campo. Bisogna capire che il primo obiettivo del calcio di oggi è di essere un'alternativa serena e felice alle difficoltà di tutti i giorni, perchè di episodi di violenza e maleducazione gratuita ne sopportiamo già abbastanza, anche in tv in altri frangenti, e non credo che qualcuno abbia una gran voglia di vedere anche il mondo calcistico saturo di queste cose.

Nessun commento: