13 marzo 2012
Eroe d'altri tempi
43 anni, la folta chioma di un tempo sostituita da un taglio più adeguato alla sua seconda vita calcistica, da dirigente, e il classico pizzetto a fare da ponte col passato non troppo lontano. Gabriel Batistuta non è cambiato moltissimo dalle sue ultime apparizioni sul terreno da gioco ma una cosa segna netta la differenza fra quello che era e quello che è ovvero la difficoltà a camminare di qualche anno fa e l'impossibilità di correre ancora attuale, come confessato al periodico francese France Football in una recentissima intervista. Batigol, centravanti indimenticato della nazionale argentina e in Italia della Fiorentina prima e della Roma poi, con una dimenticabile esperienza all'Inter, è l'emblema di quello che era il calcio italiano negli anni '90, ovvero il campionato più bello e più competitivo d'Europa. Un posto dove i campioni arrivavano e non, come oggi, da cui se possono scappano via. Batistuta dice di aver sempre dato tutto sul campo e che amava giocare tanto da ignorare infortuni e cercare di essere sempre presente per la sua squadra, i suoi tifosi e per appagare la sua voglia di calcio, tanto che al giorno d'oggi riesce a camminare ma non più a correre e quando smise di giocare gli riusciva difficile persino stare in piedi e fare quattro passi. Oggi si è creato una carriera da dirigente nel Colon in Argentina dove lavora con una vecchia conoscenza del calcio italiano come Sensini, ma dimostra ancora di credere nei valori che al giorno d'oggi si sono persi nel calcio ultra-milionario. Infatti dice che all'epoca rifiutò offerte provenienti dall'estero (Premier League soprattutto) perchè riteneva il campionato italiano il top e i giocatori avversari i più temuti al mondo, e non faceva per lui andare a vincere un campionato in maniera facile, meglio riportare lo scudetto a Roma dopo quasi 20 anni e farlo da protagonista lottando fino all'ultimo. Uno stile di vita ben lontano da quello attuale dei campioni di calcio, che segna il passo dei tempi, così come le polemiche di cui Batistuta non si professa assolutamente amante dicendo che sono la cosa che meno gli piacciono del calcio di oggi. Tutte parole condivisibili di un grande campione di un passato che sembra tanto lontano per le abissali differenze tra i valori di oggi e quelli di allora, una delle figure che hanno fatto grande il calcio italiano che però non ha saputo mantenere tale grandezza.
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